Premesso che:
il lockdown imposto per affrontare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 ha portato ad un crollo della produzione di carne suina, nonostante il boom della domanda alimentare presso supermercati e negozi;
il volume di affari è sceso di circa il 20 per cento, anche a causa del blocco delle esportazioni, con gravi ricadute su tutta la filiera, facendo emergere tentativi di speculazione che hanno acuito le difficoltà in cui già versava il settore;
da notizie pervenute, sembrerebbe che alcuni macelli, che a causa della diffusione dell'epidemia stanno lavorando a regime ridotto, stiano prospettando un abbassamento dei prezzi agli allevatori nonostante questi continuino a garantire, se pur con difficoltà, la produzione;
queste strategie stanno di fatto aprendo l'ingresso alle importazioni di carne suina, con il rischio che venga a ridursi la qualità dei prodotti, a danno in primo luogo della salute dei consumatori, sui quali ricadono inoltre gli effetti dell'aumento del costo delle materie prime, in rialzo del 5 per cento;
inoltre il calo della domanda di coscia di maiale sta provocando uno stallo nel circuito della macellazione, con un rallentamento della produzione di prosciutti e altri tagli di stagionatura;
con la capacità di lavorazione che cala, i macelli sono costretti ad acquistare meno capi e di fronte ad una domanda che resta alta, calano anche le quotazioni. Gli animali finiscono col restare più a lungo nelle stalle e molte partite destinate al circuito DOP finiscono "fuori peso", subendo un ulteriore deprezzamento;
il lockdown ha cancellato un quinto di tutto il fatturato delle aziende che lavorano nella trasformazione della carne,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga di intervenire con misure straordinarie a sostegno delle imprese per fare fronte a questa emergenza, anche prevedendo un aiuto diretto alla produzione di prosciutti e altri tagli di stagionatura, e per sollecitare gli operatori dell'intera filiera ad adottare comportamenti virtuosi per un giusto riparto dei costi e dei ricavi, al fine di continuare a fornire al consumatore un prodotto di qualità ad un giusto prezzo;
se non ritenga necessario, al fine di scongiurare le speculazioni sui prezzi, mettere in campo misure che riportino le macellazioni a ritmi pressoché ordinari ed invitare la trasformazione a prediligere il prodotto nazionale rispetto a quello estero.